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Lui & Lei

La coscienza di Amalia


di Membro VIP di Annunci69.it Silence-is-sexy
20.08.2024    |    2.532    |    0 9.6
"Mai avrebbe pensato di poter amare così tanto quell'idea lussuriosa per un uomo restandone così distante emotivamente dopo averne assaporato la carne..."
In un fresco pomeriggio di metà settembre Amalia sedeva sul divano di casa con le sue gambe accostate su un lato, intenta a leggere un libro che aveva accantonato tempo prima.

I suoi capelli castani e mossi, anch’essi appoggiati tutti sulla spalla sinistra, coprivano parte del petto e della sua vecchia camicetta bianca, decorata con qualche fantasia floreale, che senza troppa cura aveva indossato al ritorno dal lavoro, lasciandola semiaperta, a disvelare una buona parte del suo seno generoso. Un pantalone di tuta grigio attillato disegnava la curva delle gambe, slanciate ma molto toniche.
I suoi piedi accostati l’uno sull’altro, stanchi per la lunga giornata, avevano una delicatezza che li faceva sembrare estremamente aggraziati anche quando, come in quei giorni, non erano particolarmente curati.

Gli occhiali rotondi e leggeri appoggiati leggermente in avanti sul naso sembravano quasi rimarcare il suo coinvolgimento nella lettura. Tuttavia, questa parvenza di tranquillità era del tutto effimera, poiché qualcosa turbava Amalia e la distraeva dal flusso delle parole che i suoi occhi stavano scorrendo superficialmente, facendole ribollire lo spirito con dei brividi intensi che salivano dal ventre allo stomaco e si irradiavano sul suo petto, fino ad inturgidirle i capezzoli.

Era quel pensiero fisso che le riportava alla mente l’immagine di Emanuele, un medico di 32 anni, poco più giovane di lei, che abitava al sesto piano.
Da quando si era trasferito nel palazzo il ragazzo aveva destato un interesse fino ad allora mai provato da Amalia, la quale viveva la relazione con suo marito Roberto in maniera armoniosa da dieci anni.

Emanuele era un ragazzo poco appariscente fisicamente, di altezza media, con una leggera stempiatura ed una barba curata e folta che disegnava i contorni un viso molto comune e dai tratti delicati ma non particolarmente belli o virili. La sua presenza apparentemente non era molto incisiva. Quella riservatezza e quella eccessiva gentilezza che lo connotavano negli approcci, a primo impatto, lo facevano sembrare schivo e timido.

Tuttavia, conversando più volte in ascensore con lui, Amalia non aveva potuto far a meno di notare da subito che oltre a questi aspetti caratteriali, Emanuele a volte lasciavo trasparire una strana risolutezza, nascosta ed intrigante, nel modo in cui si rivolgeva a lei, la guardava, o chiudeva deciso le sue affermazioni mentre conversavano.
Sembrava che dietro quell’apparente riservatezza si celasse una persona risoluta, pronta a venir fuori al momento opportuno e a manifestare con determinazione la sua volontà.
Era come se il giovane, al cospetto di Amalia, in brevi quei frangenti di intimità che capitavano nei loro incontri casuali, su e giù per le scale, interponesse, con abilità ed intelligenza, un velo sottile fra il visibile ed il nascostonell’intento di far scoprire solo a lei la sua vera essenza.
Tutto ciò agli occhi di Amalia rendeva il ragazzo estremamente affascinante.

Quel pomeriggio, a turbare quella calma lettura era proprio una conversazione di qualche giorno prima in cui Emanuele aveva accompagnato il suo saluto con un invito a prendere un caffè a casa sua, riferendo ad Amalia che sarebbe potuta salire da lui quando le avesse fatto comodo.

Era questa semplice frase di congedo a destare in Amalia dei pensieri eccitanti sul sottinteso di quello spazio di decisione che le veniva lasciato.
Non le era ben chiaro se fosse per via del tono perentorio con cui Emanuele aveva pronunciato quelle parole o per via dell’implicita intesa che già prendeva forma, sta di fatto che Amalia percepiva quelle frasi come un sigillo su una scelta fatta in modo netto da parte di Emanuele che sembrava così rimettere la decisione sull’evolversi degli eventi solo a lei e alla sua determinazione.

L’intrigo dell’intima solitudine di quel pomeriggio, in cui il marito di Amalia era partito per lavoro e sarebbe rimasto fuori per tre giorni, si mischiava all’odore soffice di alberi e pioggia che entrava dalla finestra, amplificato da un clima ancora gradevole a metà fra estate ed autunno, e sembrava formare una cornice perfetta alle le immagini voluttuose che con rapidità passavano nella mente di Amalia.

Era ormai chiaro che l’eccitazione non le consentiva più di starsene li rilassata a leggere. Altrettanto veementi però erano i dubbi la attanagliavano.
“E se poi si venisse a sapere?....E se questo non accadesse, ma mi sentissi cosi in colpa da compromettere tutto lo stesso?” si ripeteva Amalia, correndo col pensiero.

Erano domande che le mettevano tensione ma che, d’altro canto, le facevano inspiegabilmente ribollire ancora di più dentro il petto e lo stomaco quella calda ed ormai incontenibile sensazione.
Senza nemmeno accorgersene Amalia aveva fatto scivolare le sue mani dal libro ad uno dei suoi grossi capezzoli e al pantalone da cui traspariva già una macchiolina umida.

Ormai si sentiva risoluta, ma allo stesso tempo, per cercare di rinfrancarsi e darsi coraggio, si ripeteva che la sua percezione poteva anche essere sbagliata e che per il momento avrebbe solo aderito al senso letterale di quell’invito di Emanuele, salendo su per il caffè e lasciando al caso l’evoluzione di quell’incontro, senza forzare il suo destino.
Era qualcosa di inedito per lei sentire che in realtà, se da un lato l’eccitazione carnale convergeva pienamente verso la sua idea lussuriosa, altrettanto faceva questo suo fatuo rincuorarsi, che Amalia sapeva essere anch’esso totalmente asservito e finalizzato a quell’intento.

In questo ballo di contraddizioni, quindi, Amalia si pettinava i capelli, ma decideva di non togliere quei pantaloni attillati con la minuscola macchiolina; si abbottonava la camicetta, ma non metteva il reggiseno, lasciando intravedere l’alone delle sue grandi areole; pensava e ripensava ai suoi dubbi, ma apriva con fretta la porta e si incamminava veloce verso l’ascensore. Il cuore le batteva ora più forte all’avvicinarsi del momento in cui avrebbe bussato, a tratti quasi sperava non ci fosse nessuno.

Al suono del campanello Emanuele trasalì, come spesso gli capitava da qualche giorno, conscio del fatto di aver instillato nella mente di Amalia a poco a poco il desiderio che anche lui provava fortemente. Quando aprì la porta e la trovò davanti, in quella tenuta casalinga, non credette ai suoi occhi. Lei era li, con fare incerto, ma era chiaro che fosse lì per lui.

“Ciao, sono salita per il caffè alla fine, disturbo?!” disse sorridente Amalia.
“Accomodati pure ero alle prese con una relazione che ormai ho concluso, quindi ho tutto il tempo”, rispose Emanuele.

Mentre Emanuele preparava il caffe Amalia con passi rigidi e intermittenti camminava per il salone guardando una grande libreria scura ben ordinata e facendo domande di circostanza sui testi e sul lavoro.
Era ormai evidente che la tensione crescente preludeva alla volontà di entrambi di passare oltre. Continuando a conversare, Emanuele si avvicinò ad Amalia, la quale ripose un libro che stava sfogliando svogliatamente e si girò verso di lui.

L’intenzione di Amalia, espressa non troppo timidamente dal suo modo di vestire, in quel momento si palesò chiara come un fulmine anche nel suo sguardo, ormai pienamente voluttuoso e languido.
Emanuele, mettendole una mano alla nuca, la baciò godendo dell’esplosione di tutta quella eccitazione sopita che si manifestava nell’avidità delle loro lingue intrecciate ed umide. Il seno di Amalia era ora fuori dalla sua camicetta, leccato e spremuto con forza da Emanuele.
Amalia abbassò la tuta di Emanuele scoprendo il suo pene turgido e lo iniziò a ingoiare fino in fondo con una forza tale che non aveva mai usato prima. La macchiolina sui pantaloni ormai era diventata una chiazza enorme.

Si diressero sul letto dove Amalia, già ansimante, si spogliò con fretta ed Emanuele le immerse il suo viso fra le gambe assaporando tutta la sua eccitazione. La voglia di Emanuele, a questo punto, lo faceva sembrare quasi disorientato, come se non sapesse più come destreggiarsi ed a cosa dedicarsi, passando dal baciare il seno di Amalia, ai suoi piedi, al ventre e alle cosce, con foga.

Nel sentire il membro di Emanuele così duro che la iniziava a penetrare profondamente, ed il pube del ragazzo che si strofinava al suo clitoride, Amalia iniziò a gemere e a trattenere con una mano la bocca per non fare troppo rumore. In pochi istanti esplose di piacere in forti contrazioni che sembravano quasi voler sputar fuori il membro del ragazzo, bagnando tutto il letto.

Emanuele si alzò ed usando quel fare eccessivamente gentile che aveva di solito nel conversare - abbastanza inadeguato per la situazione - chiese ad Amalia dove volesse ricevere il suo seme. Amalia, sorridendo per quella attitudine d’improvviso un po’ impacciata che aveva assunto Emanuele, senza parlare, gli spostò la mano dal membro e iniziò di nuovo a succhiarlo, stavolta lentamente e con forza, con più passionalità e dedizione di prima, quasi ad assaporare anche il gusto dei suoi umori che lo avevano impregnato.
In breve Emanuele giunse ad un orgasmo di tale intensità da contrargli completamente le gambe e la schiena e colmare del suo seme caldo la bocca di Amalia.

Entrambi si ricomposero ed entrarono nella cucina per prendere finalmente il caffè. Sia Amalia che Emanuele apparivano sereni ma non scambiavano molte parole; anche meno di quelle che pronunciavano durante le loro brevi conversazioni in ascensore.
Questa sensazione di indifferenza lasciò un po' stranita Amalia in un primo momento. I due si salutarono con un bacio sulle labbra e lei scese a casa sua ancora madida degli umori che quella intensa esperienza le stava lasciando; li continuò ad odorare fino al mattino dopo.

Come quell’odore che aveva addosso continuava a persistere anche la strana sensazione di indifferenza che accompagnava le sue riflessioni, ben più calme ora. Mai avrebbe pensato di poter amare così tanto quell'idea lussuriosa per un uomo restandone così distante emotivamente dopo averne assaporato la carne. Se la nuova consapevolezza di sé che deriva dalla scoperta di questo lato nascosto della sua interiorità la faceva sentire in parte dubbiosa, allo stesso tempo, però, corroborava l’umore di Amalia con un forte senso di appagamento e le donava una insolita aria di sicurezza.

Nei giorni seguenti tornò il marito e lei riprese a leggere il suo libro e a fare sesso con lui, divagando ogni tanto con la mente sulla esperienza avuta al sesto piano. Emanuele adesso non era più un pensiero ricorrente come prima, tuttavia il cambiamento interiore di Amalia era consolidato, ed i messaggi di un ex collega da poco trasferitosi nella stessa città iniziavano a rinfocolare in lei, a poco a poco, la stessa sensazione di tepore provocata poco tempo prima dal dolce turbamento di quel pomeriggio di metà settembre.

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